In passato la gramigna ha trovato molti impieghi, grazie anche alla sua incredibile capacità di diffusione. Oltre che per la panificazione, è stata usata anche per la preparazione della birra, per le minestre – assieme a latte e avena – e come surrogato del caffè. Il punto di partenza sono sempre i rizomi, che siano essi essiccati o tostati. Nell’Europa del nord, durante il Medioevo, quegli stessi rizomi erano usati come incenso, mentre la parte aerea per fabbricare pennelli e scope. Sempre nei tempi addietro, si credeva che le sue tenaci radici riuscissero a frantumare i sassi e quindi era almeno tollerata perché ritenuta utile per ammorbidire il terreno prima della coltivazione. Ma si sa, la gramigna è talmente infestante che l’unico modo per almeno provare a liberarsene è estirparne i rizomi… spesso con scarso successo.