La salvia era tenuta in gran considerazione già presso i Romani, che erano soliti seguire una specie di rituale per raccoglierla: dovevano infatti indossare una tunica candida ed essere scalzi. Più tardi, la Scuola Medica Salernitana la soprannominò addirittura Salvia salvatrix per le sue notevoli proprietà erboristiche. I Cinesi, lungo la via della Seta, erano disposti a scambiare ben tre ceste di tè per un solo mazzetto di salvia.
Una storiella francese, legata alla terribile epidemia di peste che colpì Tolosa nel 1630, narra che quattro ladri, incuranti del rischio di contagio, entravano nelle case dei malati per rubare. Quando finalmente furono arrestati, il giudice chiese loro come avessero fatto a non infettarsi. Quelli risposero che erano soliti cospargersi con un unguento a base di rosmarino, timo, lavanda e… salvia, dalle spiccate proprietà antibatteriche e disinfettanti e che così erano riusciti a sfuggire al contagio. Da quel giorno, il preparato prese il nome di aceto dei quattro ladri.