Questa è la stagione delle fave, legumi consumati generalmente freschi e, come tali più simili, dal punto di vista nutrizionale, alle verdure piuttosto che ad altri legumi consumati perlopiù secchi – fagioli, ceci, lenticchie, cicerchie, etc. Resta il fatto che le fave si possano anche consumare secche, ovviamente in ogni stagione, e in questo caso il discorso legato alle proprietà nutrizionali cambia (vedi il box).
Ma andiamo per gradi: questa pianta presenta numerose varietà, di cui alcune destinate al consumo animale come foraggio (come quella detta favetta, o il favino, ma nulla toglie che vadano benissimo anche per il consumo umano); la fava da orto è invece quella che si trova sotto forma di baccelli contenenti grandi semi schiacciati, che vanno consumati dopo aver eliminato la parte esterna. In questo caso possiamo beneficiare della loro grande quantità di acqua e fibre, quasi irrilevante la presenza di grassi, quindi queste caratteristiche fanno delle fave un cibo ipocalorico e con ottimi benefici sulla salute. Parliamo di circa 70 calorie per 100 grammi di fave. Sono inoltre fonte di vitamine, soprattutto la C e molte del gruppo B, precursori della vitamina A ed E, e di minerali: a quest’ultimo proposito, buona è la presenza di ferro, accompagnato da potassio, fosforo, calcio, sodio, magnesio, rame, selenio.
Ma la particolarità più interessante della pianta delle fave, per quanto ciò dipenda moltissimo dalla varietà, è la presenza di levodopa, la stessa sostanza chimica presente nei farmaci utilizzati per il trattamento del Morbo di Parkinson. L’intera pianta, comprensiva di foglie, gambo, baccello e semi immaturi, la contiene. Ad esempio tre once di fagioli verdi di fava in scatola, scolati, possono contenere intorno ai 50-100 mg di questa sostanza. Chiaramente la quantità è variabile in base al tipo di fave e all’area geografica in cui vengono coltivate, e non vanno considerate come un cibo miracoloso in senso terapeutico ma sicuramente inserite nell’alimentazione di chi soffre di tale patologia.
Al contrario, per determinate persone le fave possono essere molto pericolose, nel caso in cui siano affette da una malattia che non a caso viene detta comunemente favismo. Si tratta di una patologia correlata al deficit di un enzima, il G6PD: le persone che presentano questa caratteristica, se esposte ad alcuni alimenti come le fave, possono andare incontro a varie conseguenze anche gravi, come l’anemia emolitica, pertanto non possono consumare questo alimento.
Proprietà nutrizionali delle fave fresche e secche a confronto (per 100 g)
Fonte: tabelle nutrizionali del Crea
Fave fresche | Fave secche | |
Acqua | 83,9 g | 10,2 g |
Calorie | 51 Kcal | 331 Kcal |
Proteine | 5,2 g | 21,3 g |
Lipidi | 0,4 g | 2,1 g |
Di cui saturi | 0 g | 0 g |
Carboidrati | 4,5 g | 52,8 g |
Fibra Totale | 5 g | 14,7 g |
Ferro | 1,7 mg | – |
Potassio | 200 mg | – |
Vit. C | 33 mg | tracce |
Fosforo | 93 mg | – |
Calcio | 22 mg | – |