La gramigna, per le sue proprietà, era apprezzata in fitoterapia già nella Grecia classica. I romani Dioscoride e Plinio il Vecchio la prescrivevano per la sua capacità di ripulire il fegato, così come per curare reumatismi, gotta, acne e disturbi metabolici di vario genere. Gli erboristi medievali la usavano per il trattamento delle infiammazioni della vescica, di minzione dolorosa e di ritenzione idrica: ancora aggi è impiegata, infatti, come diuretico e antinfiammatorio, specie per le vie urinarie. La medicina popolare, dal canto suo, la usava anche per gotta, reumatismi e affezioni cutanee, così come lenitivo in caso di tosse. È tuttavia sconsigliata alle donne in gravidanza e in allattamento, così come per chi soffre di nefriti, di squilibri idroelettrolitici o di edema dovuto a insufficienza cardiache o renali.