L’orto, un piccolo ecosistema da proteggere

L’orto, che sia in città o in campagna, è un rifugio per gli insetti e un piccolo ecosistema da proteggere. È fondamentale favorirne la  biodiversità, sia per ottenere degli ottimi prodotti sia per far del bene al nostro Pianeta. Sono tanti i metodi da adottare e le accortezze che possiamo mettere in campo: ne abbiamo parlato con la professoressa Silvana Piersanti del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università degli Studi di Perugia.

Professoressa, come prima domanda: come s’inserisce l’orto nel rapporto tra uomo e ambiente?

L’orto è ovviamente un ambiente antropico ma, se gestito correttamente, esso può sviluppare interessanti aspetti di naturalità. Gli orti in terrazze e giardini possono essere ricovero in città per specie che diversamente non troverebbero spazio nel tessuto urbano e che soffrono della distruzione dei loro habitat naturali, spesso proprio per lasciare spazio a case, strade e attività. Tra queste specie forse le più tristemente note sono gli insetti impollinatori, come le api; ma anche farfalle, coleotteri, millepiedi, centopiedi e vermi anellidi e nematodi, indispensabili per il riciclo dei nutrienti e la fertilizzazione dei suoli, nonché per il controllo degli insetti dannosi, possono trovare rifugio in orti cittadini correttamente gestiti. Anche gli orti in campagna, destinati a una produzione più ampia, dovrebbero essere considerati come potenziali rifugi e occasioni fondamentali di uso sostenibile delle risorse naturali.

 

 

Gli insetti hanno un ruolo fondamentale nel nostro ecosistema…

È ormai chiaro al mondo scientifico che il declino degli insetti è in atto e che esso potrebbe raggiungere livelli drammatici di perdita di specie nel prossimo decennio, con conseguenze disastrose sulla funzionalità degli ecosistemi. Per valutare il fondamentale ruolo ecologico degli insetti basti pensare che essi costituiscono oltre la metà dei viventi e ben più del 70% degli animali… anche se spesso gli uomini non hanno simpatia per gli insetti dovrebbero prendere coscienza che i loro molteplici ruoli negli ecosistemi (cfr. impollinazione, riciclo dei nutrienti da carcasse ed escrementi, controllo degli insetti dannosi solo per citarne alcuni) non possono in alcun modo essere sostituiti a livello globale. Se si considera che la prima causa della moria degli insetti è proprio l’agricoltura convenzionale, in quanto fonte di inquinamento chimico delle acque, dei suoli e dell’aria, oltre che principale causa della distruzione di habitat naturali in ragione della necessità di nuovi spazi da dedicare all’agricoltura, è chiaro quale ruolo fondamentale possano avere orti sostenibili in aree agricole e forestali del nostro territorio.

Cosa possiamo fare – col nostro piccolo orto – per preservare la biodiversità?

Come detto sopra, quello che possiamo fare per favorire la biodiversità nel nostro orto è di estrema importanza, non solo per fornirci prodotti più sani e gustosi che meritino maggiormente la nostra dedizione e il nostro lavoro, ma anche, in un’ottica più ampia, per contribuire alla tutela della biodiversità nel nostro pianeta.

C’è qualcosa di concreto che si può fare?

La prima e più importante indicazione che mi sento di dare è quella a favore dell’uso di tecniche alternative alla chimica di sintesi per controllare patogeni e parassiti che infestano le nostre colture. L’importanza di alcuni insetti utili nell’orto è ormai nota da decenni, vedi ad esempio l’uso di predatori voraci come le coccinelle o le crisope per controllare le popolazioni di afidi. Ci sono però altri approcci forse meno noti ma altrettanto utili, come l’impiego di vermi nematodi in grado di penetrare attivamente la cuticola di alcuni insetti dannosi nutrendosi dei tessuti interni fino a portarli alla morte, o l’eccezionale efficacia degli insetti parassitoidi, piccoli imenotteri simili a innocue vespe, in grado di deporre migliaia di uova nel corpo dei loro insetti ospiti, che costituiranno nursery per le larve in sviluppo e verranno poi inesorabilmente condotti alla morte. Tutti questi utili bio-controller sono target specifici, e quindi sono in grado di agire sugli insetti dannosi senza danneggiare insetti ed acari utili o impollinatori e senza in alcun modo intaccare la qualità dei nostri prodotti agricoli.

Come può essere favorita la biodiversità del nostro orto?

Oltre all’impiego di predatori e parassitoidi, la biodiversità del nostro orto beneficia sicuramente di una corretta gestione dell’irrigazione e della concimazione, anche attraverso la tutela delle fondamentali simbiosi tra funghi e radici, le micorrize, in grado di favorire l’assimilazione di nutrienti e minerali, aumentare la capacità di assorbimento dell’acqua e favorire la resistenza delle piante agli stress idrici, oltre a velocizzarne e ottimizzarne la crescita e la produttività. Al fianco di ciò non bisogna sottovalutare l’importanza delle trappole a feromoni, o di alcuni interessanti composti biologici che possono attrarre ed uccidere gli insetti dannosi sfruttando interazioni fisiologiche o danni meccanici, senza danneggiare gli insetti utili né alterare la chimica dei suoli.

Quali sono gli sviluppi più recenti per un’agricoltura sostenibile?

La ricerca entomologica di base lavora incessantemente allo studio dell’ecologia chimica, della biologia e del comportamento degli insetti dannosi, come dei loro antagonisti quali potenziali insetti utili. Uno dei progetti più recenti ai quali collaboriamo come entomologi dell’Università di Perugia, ad esempio, sotto la responsabilità del Prof. Gianandrea Salerno, del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, riguarda uno studio di fattibilità per l’impiego di un parassitoide studiato da oltre 20 anni in laboratorio, per il controllo in campo della Nezara viridula, la cimice verde e maleodorante che oltre a nascondersi nel nostro bucato o tra le mura di casa, alla ricerca di un rifugio per svernare a fine autunno, in estate affligge con tutti i suoi stadi di sviluppo molte delle colture del nostro orto, come peperoni, pomodori e melanzane, rendendole spesso immangiabili.

Quali sono gli insetti che aiutano un orto ecosostenibile?

Gli artropodi, utili nel controllo biologico, sono essenzialmente predatori (insetti come crisope, coccinelle, ditteri predatori di afidi come Aphidoletes aphidimyza, ma anche acari predatori di Tripidi come Amblyseius cucumeris, o emitteri predatori di psille come Anthocoris nemoralis, utile nel controllo della psilla del pero) e parassitoidi (principalmente imenotteri come Aphidius colemani per il controllo degli afidi o Anagyrus vladimiri per il controllo delle cocciniglie cotonose). Questi sono sicuramente attratti dai loro stessi ospiti o dalle loro prede nel nostro orto ma perché possano agire efficacemente non devono essere disturbati e quindi un orto gestito in regime biologico è sicuramente l’ideale per garantirci la loro presenza.

Come possono essere attirati?

Molti di questi insetti, inoltre, insieme a impollinatori e ad alcuni prodotti come trappole a feromoni, resine adesive etc. per il controllo biologico degli insetti dannosi, possono essere acquistati nelle biofabbriche. Queste aziende, più comuni in nord Europa ma presenti anche in Italia (Bioplanet, Cesena) si occupano di fornire insetti utili e assistenza per il loro uso a privati cittadini così come ad aziende agrarie. I costi sono spesso paragonabili a quelli per il controllo chimico degli insetti dannosi, soprattutto se si considera che una volta stabilito un corretto equilibrio molte popolazioni di insetti utili potranno popolare il nostro orto nel tempo realizzando con successo il loro compito di contenimento senza bisogno di nuovi lanci.

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